AGGRESSIVITA' E VIOLENZA
Ma vi siete mai chiesti come mai può nascere ostilità verso gli altri? Perché non solo i gruppi, ma anche i singoli individui a volte aggrediscono violentemente i loro simili?
La psicologia (scienza che studia i meccanismi della psiche, cioè della mente umana) ha cercato svariate volte di spiegare come nasce e si sviluppa l'aggressività dell'uomo.
Io credo che l'aggressività faccia parte della natura umana e di per sé non è un male, perché serve alla persona per affrontare e superare gli ostacoli che trova nell'ambiente in cui vive. Così una certa dose di aggressività serve al bambino per imparare pian piano a non dipendere più dagli adulti; serve a ciascuno di noi per far valere i propri bisogni, i propri desideri, il proprio modo di essere, le proprie idee; insomma, un po' di aggressività ci serve per affermare la nostra identità e non essere "schiacciati" dagli altri che ci stanno intorno.
Quando però noi usiamo la nostra aggressività non per affermare noi stessi, ma per opprimere gli altri, allora essa diventa violenza e non più un fatto positivo, perché limita il diritto degli altri alla propria identità e libertà.
Ma perché si diventa violenti? La psicologia dice che quando, a torto o a ragione, ci sentiamo minacciati, oppure insicuri, perché non riusciamo a farci valere o abbiamo l'impressione che gli altri non ci apprezzino o non ci amino come vorremmo, la nostra aggressività supera i limiti del normale e si trasforma in violenza.
Io condivido in pieno questa affermazione, forse anche perché per molto tempo , e tutt'ora, sono a contatto con alcune persone di questo genere e cercando di capire il perché del loro modo di fare, mi rendo conto che non sono assolutamente persone da allontanare; al contrario, bisogna avvicinarle e far loro capire che vicino c'è qualcuno che li comprende ancora.
Cerini Sara 3Bp.
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RAZZISMO
Molto spesso le differenze etniche sono causa di conflitti nell'ambito di uno stesso paese. Questo perché diversi gruppi sociali hanno diverse religioni, diverse tradizioni, diverse lingue ma soprattutto hanno un colore diverso di pelle.
Nonostante l'evoluzione in molti campi e la crescita culturale, l'uomo ha ancora "fermo" un pregiudizio che, a mio avviso, è causa prima del razzismo e dello schiavismo: l'ignoranza.
Molti scienziati hanno affermato e sostengono che gli uomini dalla pelle bianca non sono altro che uno "scolorimento" della razza più scura. Quindi i nostri progenitori avevano la pelle scura. E mentre avevano la pelle scura hanno preso coscienza di sé, sono scesi dagli alberi, hanno incominciato a riflettere, a parlare e a progredire. Quindi a loro dobbiamo non solo il progresso economico della valle del Nilo o delle Americhe, la musica Jazz, gli Spirituals ma con molta probabilità anche la nostra stessa presenza nel pianeta Terra.
Noi possiamo considerarci razzisti non capendo che la superiorità non dovrebbe essere sinonimo di razza ma dovrebbe coincidere con l'amore e il servizio. La nostra pelle intesa come simbolo di variazioni o, se vogliamo, di differenze razziali dovrebbe rappresentare una ricchezza e una base di miglioramento per tutta la famiglia umana e va rispettata nelle sue diversità, in vista di una specie umana sempre più ricca ma soprattutto più fraterna. Quindi bianchi, provenienti dall'Europa, neri venuti dall'Africa e gialli potrebbero dare origine ad un nuovo mondo che non sia né bianco né nero, né giallo ma che sintetizzi le migliori qualità dei suoi componenti.
Michetti Melania 3°C
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