- ITCG "Umberto I" Ascoli Piceno -
MARS ATTACK!!! Cari ragionieri e cari geometri, ben trovati. Grazie -se non avete già voltato pagina- della pazienza che continuate a dimostrarci anno dopo anno. Premettiamo innanzitutto che il titolo di questo ar-ticolo, nonché lo spunto per il titolo di copertina, non derivano dall'omonimo, ahimè, insulso film che di recente qualche cinema ha proiettato. Se siete tra coloro che, vivendo in questo istituto già da molto tempo, non hanno compreso e collegato "al volo" le oscure parole riportate in copertina, sappiate che non dovete preoccuparvi, siamo qui proprio per questo. Eccovi quindi, subito pronta, una breve e semplice spiegazione. "...Error, conditio, votum, cognatio, crimen, cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, Sis sis affi-nis..." Va bene, lo so che questa è una scuola di tecnici e che quindi già la metà dei lettori sopravvissuti alle prime righe ha abbandonato per dirigersi verso al-tre pagine, però, per tradurre il titolo, sempre dal latinorum dobbiamo partire. Dopo innumerevoli di-scussioni, pareri contrastanti, accesi dibattiti e spo-radici scioperi della fame, noi, membri della reda-zione di "MARS", siamo giunti alla più probabile traduzione che, a nostro inappellabile giudizio - supportato anche dalla perfetta padronanza che abbiamo, della lingua latina...- è la seguente: MARTE GODE DELLA LOTTA E RISOLVE CON LA SPADA LE DIFFICOLTA'. Avete ben compreso? Ci dobbiamo battere, i pro-blemi vanno affrontati, sia da soli che con l'aiuto degli altri; non sempre, però, si combatte con la spada; siate sempre leali e corretti con tutti, ma so-prattutto con voi stessi, sia che siate ormai giunti alla mèta finale, sia che ancora siate agli inizi. Per gli ultimi due o tre che ancora resistono, ag-giungiamo che questa iscrizione, protetta da Mars, campeggia e fa bella mostra di sé nella parete cen-trale della torre dell'Istituto. Questa è la spiegazione: spero di aver assolto il mio compito in maniera decente, ma sono incerto se chiedervi scusa per le divagazioni, perché, forse, sono rimasto l'unico lettore dell'articolo. Daniele Ricciotti V°E I.T.G. |
ADDIO... SCUOLA Addio, scuola sorgente da Corso di Sotto ed elevata a tre piani; tetto ineguale, noto a chi per cinque anni ha sofferto al tuo riparo ed impresso nella sua mente non meno che lo sia l'aspetto dei suoi professori; campanella, della quale distingue il tintinnio, come il suono delle voci domestiche; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte, si "disabbelliscono", in quel momento, i sogni di fuggire; egli si meraviglia d'essersela potuta cavare nelle interrogazioni, nei compiti, copiando, assentandosi, ricevendo permes-si, per cause fasulle, dal vicepreside. L'aria gli par gravosa e morente, s'inoltra mesto e disattento nella città tumultuosa che non vuole, non è pronta ad accoglierlo, non può offrigli un lavoro; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade... Davanti all'edificio, "ammirato" con sospetto dai nuovi del biennio, tristemente va a concludere, come sapientemente è avvezzo a fare, la sua lieta e memorabile storia da alunno. Addio, classe natia, dove sedendo con i compagni, s'imparò a distinguere dal rumore dè passi comuni, il rumore d'un passo "inaspettato" con misterioso timore: il vicepreside. Addio, chiesa di S. Francesco, da dove l'animo tor-nò tante volte sereno, quando prima di ogni verifi-ca, la preghiera restava l'unico appiglio di salvezza. Chi ha dato a noi tanta giocondità, nella spensiera-tezza delle marachelle fatte, è per tutto; e non ha turbato mai l'animo di noi, suoi figli, se non per preparar loro una gioia più certa e più grande. Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di un nostalgico, e poco diversi i pensieri degli altri amici, mentre la barca si andava avvicinando alla riva destra del fiume della vita... (Liberamente tratto e riadattato dai "Promessi Sposi" cap.VIII°, 575-609) Daniele Ricciotti, V°E I.T.G. |
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