- ITCG "Umberto I" Ascoli Piceno -



POESIA



Chi é, che cosa è un poeta?...Non c'è risposta a questa domanda. "Poeta è colui il quale scrive poesie!." ah si...!?, allora colui il quale canta è un cantante, colui il quale guida è un autista.....! Tutti sono in grado di scrivere una poesia premesso che provino un briciolo di emozioni nel vivere; direi che chiunque abbia coscienza del significato delle parole ha questa potenzialità. A scuola ci costringono a leggerle, ad impararle a memoria; a sapere chi l'ha scritte, perché l'ha scritte, dove le ha scritte... fino ad arrivare a provare dell'odio per queste, (come per la maggior parte delle cose studiate), così molti di noi le disprezzano, pochissimi le capiscono e apprezzano, rarissimi cercano più in là delle anguste richieste dei professori. Ma non è questo il dramma; ciò che vorrei dirvi è qualcosa che difficilmente qualche libro o qualche strano professore cercherà mai di spiegarvi; voglio -e credo di riuscirci- farvi cogliere l'essenza della poesia, l'essenza del poeta, essenza di tutto. Il poeta innanzitutto è un artista, e l'artista è ben diverso dal "maestro"; è importante capire questa differenza per poter andare avanti nel leggere: tutti possono diventare maestri, e maestri ce ne sono a milioni nelle arti; basti pensare al prof. di Italiano, di Artistica, di Filosofia ecc. eppure, pochissimi di loro sono anche artisti (scrittori, pittori, filosofi), così un uomo può essere laureato in letteratura, aver studiato più libri degli "altri" ma non per questo riuscire a scrivere poesie migliori di un contadino laziale, voglio dire tutto questo è così poco rilevante che diviene quasi inesistente. Potrei avere un vocabolario di 100 parole e riuscire a scrivere delle liriche belle come con 300.000, potrei infischiarmene di Baudelaire, Rimbaud, Poe ed essere ugualmente un maledetto, potrei ignorare non la poesia ma la stessa scrittura e comunicare frasi sublimi, ma non potrei pronunciare un sola parola se non avessi il coraggio di esistere, e sentire ogni giorno la vita che mi attraversa; la sua bellezza, il suo aspetto più cupo, cadere giù, fino ad arrivare alla morte e assaporarla fino in fondo, cercare nell'oscurità e trovare qualcosa di bello e grande tanto quanto la nostra vita, quindi risalire su, in un iter diabolico che giustifica e concretizza la "mia" pazzia. Non credo di essere un poeta, forse non lo sono, ma so di esserlo, e questo è importante; tutti proviamo delle sensazioni, delle emozioni, è ciò che ci fa essere felici e cadere nella disperazione, il poeta non è da meno in questo, egli soffre, è contento; come gli altri, non credo che i suoi sentimenti siano più veri di quelli di un comunissimo ragioniere, l'unica differenza è che egli ha fegato e riesce ad esprimerli e gettarli nelle mani di chiunque li legga, ma questo gli costa caro. Ad un certo punto quello che ti circonda comincia a venir meno, si viaggia così tanto scrivendo, che i sogni e la fantasia ti portano perennemente fuori dalla realtà quotidiana e ad avere una concezione del mondo completamente diversa dal comune, rifiuti ciò che non ti piace non per una qualche incompresa ragione, ma perché veramente non ti piace, perché riesci a vedere dentro quella cosa, dentro una qualsiasi cosa. Così, sei a metà strada tra pazzia e divino; Nietzsche: << -Per vivere soli bisogna essere o un animale o un dio- dice Aristotele. Manca il terzo caso: bisogna essere l'uno e l'altro - un filosofo>> o poeta. Non è da molto tempo che scrivo, ma so che scriverò per sempre, anche perché non ho scelta, è un bisogno, ha lo stesso effetto della droga, non si può continuare a vivere senza e ti porterà sicuramente all'autodistruzione. Come ogni cosa bella a questo mondo ho iniziato...così, per scherzo, tanto per fare poi é cominciato a piacermi; penso che ogni persona nella propria esistenza abbia una posizione già ben definita, non dal fato ma dal suo stesso spirito, ci sono persone che amano profondamente il loro lavoro, e così sono felici nel compierlo, il lavoro che noi amiamo è quello nel quale riusciamo a ritrovare noi stessi, dove abbiamo una espansione del nostro ego, ed io la trovo qui, tutto questo per dire che in fondo siamo tutti artisti nel momento in cui facciamo ciò che amiamo, e siamo tutti un po' poeti in questo, tutti costruiamo la nostra vita con una precisa morale, con delle regole ed una certa filosofia, tanto che essa stessa diviene un'opera d'arte, se fosse possibile per tutti far trasparire questo aspetto, resteremmo sconcertati nel vedere in che maniera ci assomigliamo, e riusciremmo a migliorarci sempre di più, ma questo per una qualche legge della natura non è possibile, così pochi pazzi sfuggiti a questo strano fenomeno scrivono, suonano, dipingono, trasmettendo agli altri il loro essere, nella ricerca di un qualcosa imprecisato. Dopo aver fatto tutto questo, cosa rimane a quest'uomo?, ma anche nel mentre, non si ha mai nulla, una canzone è un insieme di note e accordi, un quadro un bello scarabocchio, ma di concreto? nulla, non si ha mai nulla dopo aver prodotto un opera, ne qualcosa di più, ne qualcosa di meno. Hesse:<< Un artista decente è destinato ad essere infelice nella vita. Ogni volta che ha fame e apre il suo sacco, ci trova dentro solo perle.>>. Concludo rivolgendomi agli "idioti" (in coloro che non possono capire), penso che molti leggendo la mia poesia e quelle di Sara ed Alessandra nella loro superficialità, nella loro arroganza, giudicheranno i lavori con il solito senso critico paranoico col quale ogni anno viene letto il giornalino d'istituto, così vi dico solo pensate quel che vi pare, credete quel che vi pare Guccini << ...non la sopporto la gente che non sogna>>.

Luca Abeti 3°Ap

- Mars pag. 5 -